Per conservare il fascino e l’importanza di questo castagno monumentale, le istituzioni hanno messo in campo uno dei più antichi atti di tutela naturalistica. Moltissimi personaggi illustri lo hanno visitato e ammirato in passato. Tantissimi botanici ci si sono piazzati di fronte per studiarlo. La sua storia pluricentenaria è collegata a un’antica leggenda: qui, secondo il mito, una regina accompagnata da cento cavalieri, trovò riparo da un violento temporale.
Tutti i record del castagno di Sant’Alfio
Il castagno presenta un tronco dalla circonferenza di ventidue metri. E anche l’altezza raggiunge i ventidue metri. Accanto al fusto centrale (detto pollone) ce ne sono altri due, dalla circonferenza di tredici e venti metri. Secondo il Guinness dei primati, il castagno dei cento cavalli è l’albero più grande al mondo, in base a una testimonianza botanica di fine Settecento, quando l’intera circonferenza della pianta (con tutti i rami) sfiorava i sessanta metri.
L’albero ha anche trionfato nel 2021 al concorso Albero italiano, promosso dalla Giant Trees Foundation Onlus. Ma quanti anni ha di preciso quest’albero? Secondo gli ultimi studi ha almeno duemila anni. Alcuni sostengono addirittura che possa essere nato quattro millenni fa. Ed è quindi stato testimone di gran parte della storia catanese, dai primi insediamenti Romani alle invasioni arabe. Dai giorni di guerra fra Aragonesi e Angioini all’epoca dei Borbone. Dall’unità d’Italia ai giorni nostri.
La leggenda del castagno dei cento cavalli
Secondo la leggenda una regina, seguita da un corteo di cento cavalieri a cavallo e dame, fu sorpresa durante una battuta di caccia da un violentissimo temporale. Per ripararsi con tutti i cavalieri, l’aristocratica trovò posto sotto il magnifico castagno. E visto che il temporale continuò per tutto il giorno, fino al giungere delle tenebre, la regina trovò anche conforto amoroso sotto quelle fronde: si sciolse nell’abbraccio di un cavaliere suo amante (in alcune versioni più spinte i cavalieri che abbracciarono la regina sono tre o addirittura quattro). E chi è questa misteriosa regina?
Secondo i siciliani, la leggenda parlerebbe di Isabella d’Inghilterra, terza moglie dell’imperatore Federico II. Altri puntano invece sulla figura di Giovanna d’Aragona, la moglie di Ferdinando I di Napoli. Una terza versione, politicamente più rilevante, parla di Giovanna d’Angiò, e al posto della battuta di caccia racconta di una battaglia, una delle tante collegate ai Vespri siciliani, ossia alla ribellione del popolo isolano al cattivo governo degli Angiò.
Tanti fra letterati e poeti hanno amato questa leggenda e l’hanno inserita nei loro lavori. Per esempio Giuseppe Borrello e Giuseppe Villaroel (grandi poeti catanesi dell’Ottocento) e Carlo Parisi.
Un altro episodio di folklore legato all’albero rimanda a un’antica tradizione popolare: un tempo, chi desiderava un figlio maschio doveva concepirlo sotto le fronde magiche dell’albero…
L’escursione nei dintorni del castagno dei 100 cavalli
L’albero leggendario è solo una delle attrazioni più famose del parco. Gli amanti delle escursioni che raggiungono il bosco potranno inoltrarsi attraverso numerosi sentieri silenti. Luoghi curati e affascinanti, dove poter fare delle belle passeggiate ed entrare in contatto con una natura florida. Intorno al parco ci sono poi alcuni ristoranti dalla rinomata cucina.
Il bosco è un rifugio perfetto d’estate, per sfuggire alla calura, e incantevole nelle stagioni più fredde, quando l’aria si carica di mistero e il vecchio castagno, muovendo le sue fronde al vento, pare sussurrare ai visitatori meravigliose e antiche storie di cavalieri, guerre e amori cortesi.
Ci sono tante tradizioni particolari collegate alla visita al castagno dei cento cavalli. La prima è quella di lasciarsi incantare dalle forme disegnate naturalmente nel tronco, dove si riconoscono profili animali e umani. Poi c’è chi si diverte e vedere nei particolari incastri dei rami rappresentazioni simboliche: c’è un coccodrillo, c’è una croce, e poi c’è il volto di un drago. Di sicuro i bambini si divertiranno tantissimo a scoprire tutte queste immagini nascoste!
Famosissimi poi sono i flauti fatti a mano con il legno del bosco. Stiamo parlando dei friscaletti, strumenti a fiato tipici della tradizione contadina etna. Un bellissimo ricordo da portarsi a casa…